Pietro Capone si ispira all’epilogo della vita di Mosè, escluso dalla Terra Promessa per aver disobbedito a Dio nell’episodio delle acque di Meriba. L’artista interpreta questa vicenda come il simbolo del passaggio tra generazioni: Mosè rappresenta la saggezza che si sacrifica per il futuro di Giosuè. Il profeta è ritratto direttamente sul testo ebraico del Deuteronomio che descrive l’episodio. Nel dipinto, le parole scritte in ebraico, per preservarne la sacralità, si intrecciano con luce e ombra evocando la voce di Dio e la verità nascosta nell’interiorità. L’opera diventa così un dialogo visivo tra fede, parola e destino.
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