Il Ritratto di Lorenzo de' Medici duca di Urbino è una scultura in marmo di Michelangelo Buonarroti, databile al 1531-1534 circa e facente parte della decorazione della Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze.
L'opera, inserita in una nicchia, mostra il giovane duca seduto, vestito come un antico generale romano e in atteggiamento "pensoso", come rilevò già Vasari, secondo una precisa tipologia rinascimentale detta del "melanconico", dai risvolti alchemici. La sua posizione è anche stata letta come un riferimento alla "vita contemplativa" della dottrina neoplatonica. Altri videro nell'opera valori politici (la "meditazione del tiranno"), spunti autobiografici (meditazione dell'artista), o ancora riferimenti alla teoria umorale.
I lineamenti del volto di Lorenzo, noti da numerosi dipinti, vennero nobilitati in maniera astratta, rifacendosi all'arte imperiale creando un'elaborazione ideale ed eroica della sua figura. La lorica aderisce al corpo e ne segna la muscolatura. I calzari che porta sono rappresentati sullo stinco ma i piedi sono nudi.
La mano destra posata sulla coscia e girata in fuori è usata dall'artista per simboleggiare l'abbandono del corpo nel sonno o nella morte, rappresenta un topos iconografico dell'umore malinconico. Mentre l'indice dell'altra mano sulla bocca ricalca il motivo del silenzio. Nella stessa mano sinistra tiene un fazzoletto o una piccola borsa di incerto significato. L'elmo con la maschera leonina, ripreso dall'arte etrusca, è stato letto come simbolo di fortezza. Esso crea un ombra sul volto dell'effigiato che richiama il dio Saturno, protettore dei melanconici.
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