La splendida Venere in marmo di Groticella, nota anche come la Venere di Bobolina, opera dello scultore e bronzista Giambologna, uno dei più grandi artisti manieristi della seconda metà del XVI secolo. L'opera fu commissionata nel 1575 dai Medici per il Giardino di Boboli, a Firenze.
L'artista riesce ad infondere nelle forme di Venere un senso di movimento e equilibrio precario, proposto in senso anticlassico. la figura caratterizzata da una torsione quasi innaturale che inizia dalla spalla sinistra, ruota verso la parte posteriore, e termina con la mano sinistra che contiene un pezzo di drappeggio, che a sua volta copre un'anfora. la spalla destra, a livello del viso abbassato che viene ruotato a destra, viene girata in avanti e la mano destra posizionata sulla spalla sinistra. Grazie proprio a questa accentuata scia del corpo la Venere è osservabile e da qualsiasi angolazione. I suoi capelli sono ondulati e ricci, tratti elaborati secondo un criterio di imitazione naturalistica tipica del Manierismo, e sono tenuti fermi da una sorta di piccola corona finemente modellata.
Soggetti mitologici e storici diventano un pretesto per la ricerca di forme che richiedono la massima qualità e abilità nell'esecuzione tecnica, come dimostra anche questa opera di Giambologna.
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