L'espressione "nativi americani" si riferisce alle popolazioni che abitavano il continente americano prima della colonizzazione europea e ai loro discendenti moderni.
Secondo l'ipotesi più ampiamente accettata, 13.000 anni fa gli umani migrarono dall'Asia all'America attraverso Beringia, lo stretto ponte di terra che collegava i due continenti. Queste persone si sono poi spostate gradualmente verso Sud fino a quando non si disperdono su tutto il continente, diversificandosi in migliaia di tribù e gruppi etnici.
Nell'America centrale e meridionale, gli indigeni americani si organizzarono in grandi civiltà come i Maya e gli Aztechi nell'attuale Messico e l'Inca nella Cordigliera delle Ande, mentre nel Nord America rimasero come popolazioni nomadi o semi-nomadi.
I nativi americani mostrano caratteristiche fisiche simili ai popoli asiatici: occhi allungati, zigomi prominenti, capelli che tendono ad essere scuri e lisci e una quasi totale mancanza di peli sul viso. Queste caratteristiche hanno portato gli antropologi a postulare le loro origini in antichi asiatici che attraversavano lo Stretto di Bering in epoca preistorica, un'ipotesi successivamente confermata da studi linguistici e soprattutto genetici.
Nell'Ottocento pochi artisti americani hanno scelto di ritrarre i popoli indigeni come soggetti della loro immagine del Vecchio Ovest; nel XX secolo, tuttavia, un certo numero di artisti americani, dopo brevi studi in Europa, sarebbero tornati a casa con il desiderio di rappresentare questa realtà che stava svanendo per sempre dalla faccia della terra.
Per richiedere informazioni su questo oggetto utilizzare il modulo sottostante